LA PIU' GRANDE NECROPOLI D'EUROPA
(Frata Polesine in veneto) è un comune italiano di 2.801 abitanti della Provincia di Rovigo, in Veneto, situato ad ovest del capoluogo. L'abitato è di antichissima origine e ricco di spunti storici e culturali.
Fratta Polesine è nota per lo più grazie a Villa Badoer, opera di Andrea Palladio (1570) e patrimonio dell'umanità dell'UNESCO. Fratta è conosciuta anche per la vicenda dei Carbonari della Fratta, per essere il paese natale di Giacomo Matteotti e per vantare la più grande necropoli d'Europa dell'Età del Bronzo[2][3].
Geografia
Fratta è situata nella parte medio occidentale del Polesine ed è attraversata dal fiume Scortico. Nei pressi del borgo Pizzon, lo Scortico si immette nel Canal Bianco che segna il confine sud del territorio comunale e bagna la frazione di Paolino. A nord, confinante con il comune di Villanova del Ghebbo e di Lendinara, si trova la frazione di Ramedello. Verso il confine con Villamarzana si trova la Frattesina
Storia
Età antica e classica
Intorno al 1967 vennero effettuati, in località Frattesina, i primi ritrovamenti archeologici, soprattutto ceramici e ossei, relativi ad un insediamento protovillanoviano. Gli scavi veri e propri iniziarono nel 1974 e non si sono ancora conclusi.
Nel 2005, durante i lavori consortili per il "Completamento del riordino idraulico del bacino Valdentro" sono stati portati alla luce, in località Narde, numerosi reperti attribuiti ad una vasta necropoli dell'XI – IX secolo a.C.
Dopo questi ultimi scavi si è concluso di aver individuato in Fratta la più grande necropoli d'Europa.
Età medioevale
Le prime notizie storiche risalgono al 1054 quando il Vescovo di Adria, Benedetto I, ottenne il feudo comprendente, tra gli altri, anche il territorio di Fratta Polesine, allora nota con il nome di Villa Comedati. Nel 1104 i Vescovi vi costruirono un Castello (Castello della Fratta), attorno al quale si svolsero lotte terribili per il suo possesso tra i Vescovi, i Veronesi e gli Estensi. Distrutto e riedificato più volte, passò infine nelle mani dei Pepoli; gli ultimi resti del castello scomparvero definitivamente al principio del XIX secolo.
Nel 1395 Fratta passò sotto la Repubblica di Venezia e vi rimase fino al Trattato di Campo Formio del 1797. Durante tutto il periodo passato sotto la Repubblica di Venezia, Fratta ricevette un'attenzione particolare da parte dei Nobili Veneziani, che la scelsero come luogo di villeggiatura estiva. A Fratta, infatti, sorgono numerosissime ville venete tra le quali spicca la "Badoera", costruita nel 1570 dall'architetto Andrea Palladio.
Storia contemporanea
Nel 1818 si assisteva alla tragedia dei Carbonari della Fratta, primo esempio di repressione da parte austriaca delle aspirazioni alla libertà e all'emancipazione nazionale.
A ricordare il sacrificio dei Carbonari, nel 1867, venne eretto un monumento, opera dello scultore veronese Grazioso Spazzi, e primo nel Veneto liberato.
Solo pochi anni dopo, un altro eroe frattense lascerà il segno nella storia d'Italia: nel 1885 nasce infatti a Fratta Polesine Giacomo Matteotti, uomo politico socialista e parlamentare, ucciso dai fascisti il 10 giugno 1924 per aver denunciato i brogli elettorali di Mussolini.
Il 2 febbraio 2011 Fratta ha acquisito ufficialmente il titolo onorifico di ‘Città’[4].
Monumenti e luoghi di interesse
Luoghi di culto
Chiesa Arcipretale dei Santi Pietro e Paolo apostoli.
• Chiesa di San Francesco
• Casa Canonica
• Chiesa Arcipretale dei Santi apostoli Pietro e Paolo
• Chiesa di San Bartolomeo
• Chiesa parrocchiale di Paolino
Palazzi
Villa Molin - Avezzù.
• Villa Badoer di Andrea Palladio – patrimonio dell'umanità UNESCO[6]
• Villa Molin - Avezzù. Scuola Palladiana – Villa della Carboneria
• Villa Oroboni, Villa della Carboneria
• Palazzetto Villa, Cornoldi – Fanan – Villa della Carboneria
• Villa Monti – Viaro – Villa della Carboneria
• Villa David – Franchin – Villa della Carboneria
• Villa e Parco Labia
• Palazzo Campanari – Sede comunale
• Palazzo Grindati – Boniotti - "Manegium"
• Villa Dolfin – Casa Divina Provvidenza
• Palazzo Lippomano
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